Il vino è una di quelle bevande che riesce a coinvolgere tante tipologie di appassionati che lo amano nelle sue diverse forme e gusti. Quello che viene notato un po’ da tutti è la scelta del suo imbottigliamento: ti è mai capitato di chiederti perché si usino bottiglie da 0.75 l e non da un litro? Ci sono diverse forme, tante colorazioni ma la prerogativa è solo una: si parla sempre di bottiglie da 75 cl. Siamo talmente abituati a vedere questo tipo di bottiglie che molte volte non ci facciamo più caso, ma la curiosità resta ben viva dentro di noi.
In questo articolo scopriremo le teorie e le motivazioni che portano i produttori a seguire questa tradizione.
Le teorie sulle bottiglie da 75 cl e la Direttiva 75/106
Chi produce vino sa quanto sia importante rispettare le caratteristiche standard della bottiglia per mantenere la qualità del vino. Per iniziare questo discorso dobbiamo fare un salto temporale: nel 1974 fu emanata la direttiva 75/106/CEE che si concentrava sulla conservazione di liquidi e bevande in imballaggi preconfezionati. Fu deciso che il vino poteva essere venduto in recipienti da 25, 37,5, 50 o 75 cl e proprio quest’ultimo risultava più comodo per i produttori, ma anche per i consumatori.
Ma gli esperti hanno spesso fatto notare che ci sono diverse teorie rispetto a tale argomento, almeno due.
La potenza polmonare
Quando parliamo di potenza polmonare facciamo riferimento agli antichi vetrai che soffiavano il vetro. E’ una tradizione nata nel 1700, periodo in cui il vino, o meglio la sua conservazione conquistò massima importanza. Serviva quindi produrre una bottiglia che fosse adatta a massimizzare la durata del vino. In questa fase i soffiatori non potevano realizzare bottiglie più grandi di 65 – 75 cl, perché non riuscivano fisicamente a soffiare a lungo. Per questo motivo si optò per la soluzione da 75 cl che è rimasta la pratica più comune.
Ovviamente la tradizione resta immutata, ma oggi, grazie alla tecnologia è possibile anche realizzare contenitori in vetro molto più grandi o di dimensioni più piccole, in base ai bisogno di un’azienda produttrice.
Lo standard dei bicchieri delle osterie
Un’altra importante teoria fa riferimento alla capacità dei bicchieri tipici usati in osteria, che sono di 125 ml. Con una bottiglia di 0,75cl è quindi possibile andare a riempire fino a 6 bicchieri, ed è considerato un modo utile per garantire all’oste di calcolare facilmente quante bottiglie sono necessarie partendo dal numero di clienti.
Altra ipotetica teoria
Non possiamo poi non includere un’altra teoria che chiama in causa un’unità di misura che deriva dagli inglesi, i quali misuravano in galloni imperiali. E a questo punto il calcolo da fare è molto semplice: ogni cassa di vino poteva contenere solo 2 galloni, per questo gli inglesi decisero di usare 12 bottiglie per cassa. Ciò ci porta a una capienza di 0,75 per ogni bottiglia.