Le barbatelle costituiscono le basi fondamentali di un vigneto. Infatti la barbatella viene ricavata da una vite già sviluppata. Da questa viene tagliato un tralcio, che è chiamato anche talea. Questo pezzo di vite viene impiantato nel terreno, così dall’estremità tagliata si sviluppano le radici. Questo insieme di radici viene definito barba ed è proprio da questo nome che deriva il termine barbatella. Questo processo si compie perché la vite, così come tante altre piante, ha la capacità di rigenerarsi, ovvero riesce a ricostruire le parti che vengono tagliate. Ma quando fare le barbatelle? Chiariamo anche questo punto.
Quando si fanno le barbatelle
Alcuni si chiedono quando si fanno le barbatelle, ma in realtà è impossibile rispondere in maniera precisa a questa domanda. Più che altro bisognerebbe riuscire ad individuare quale sia il periodo migliore per piantare le barbatelle. Gli esperti fanno notare che il periodo più adatto è quello del fermo vegetativo.
Per fare le barbatelle si dovrebbe scegliere il momento in cui la pianta sta attraversando il periodo di riposo. Anche questo comunque ha delle peculiarità che possono variare a seconda del clima, del terreno e del luogo in cui il vigneto è posizionato. Per esempio possiamo dire che in linea generale, se ci riferiamo ai territori del nord Italia, le barbatelle non dovrebbero essere mai piantate prima di febbraio, di marzo o di aprile. Questo soprattutto perché prima dell’arrivo della primavera le caratteristiche climatiche sono ancora piuttosto rigide.
Diverso è il discorso nei posti più a sud del nostro Paese, dove le temperature sono più alte e quindi è possibile procedere all’innesto già a partire dalla fine di novembre o dagli inizi di dicembre.
Il fattore delle temperature costituisce un elemento importante, perché, se si devono evitare le temperature troppo fredde, anche iniziare l’impianto con un clima troppo caldo sarebbe sconsigliato. Per fortuna oggi disponiamo di celle frigorifere che fanno in modo che le barbatelle vengano conservate alla giusta temperatura per attendere il momento più adeguato per favorire il loro sviluppo.
La quantità di barbatelle da piantare
Un’altra domanda sulle barbatelle a cui dobbiamo cercare di rispondere è quella in riferimento a quante ne possiamo piantare. Si tratta di considerare la densità di piantagione, ovvero di stabilire quante piante di vite è adeguato piantare in un ettaro.
La densità media può variare dalle 2.500 alle 4.000 piante per ettaro, di solito ci si attesta intorno al numero di 3.000. È molto bene stare attenti anche a questa caratteristica, infatti, quando si aumenta la densità dell’impianto, si influisce anche sulla competizione delle radici delle piante.
Questo può andare comunque a discapito del rigoglio vegetativo. In genere il numero di piante a livello di densità è maggiore nelle regioni del nord rispetto a quelle del sud, tenendo conto di quanto possano variare le incidenze derivanti dalle piogge.
La funzione delle barbatelle non si può trascurare, anche perché, nel momento in cui si sviluppano le radici, il tralcio iniziale si può considerare una pianta autonoma rispetto alle altre. Spesso in commercio è possibile trovare delle barbatelle già innestate.
Questo significa che le barbatelle sono state già ottenute dall’unione di due tralci distinti che si chiamano bionti. La parte inferiore è detta portinnesto ed è proprio da qui che si genera l’apparato radicale. La parte superiore, invece, è chiamata nesto.
Il vantaggio di usare delle barbatelle già innestate consiste nel rendere più rapida la produzione della vite, ma è da considerare anche che con il portinnesto si può intervenire con la correzione di alcune caratteristiche del nesto, per evitare per esempio che il nesto tenda a sviluppare foglie in eccesso. Inoltre le barbatelle innestate sono più resistenti.