I vitigni della Basilicata, una regione che, anche se ha una bassa produzione vinicola in termini quantitativi, riesce a distinguersi per i suoi interessanti vitigni locali.
Il territorio e i vitigni della Basilicata
La Basilicata è una regione prevalentemente montuosa che ha, comunque, due sbocchi sul mare:
- sul Tirreno, con il Golfo di Policastro
- sullo Ionio, con la fascia della pianura metapontina che affaccia sul Golfo di Taranto.
L’appennino Lucano caratterizza gran parte della regione, con i principali rilievi del Monte Pollino (2248m) a sud, al confine con la Calabria, a Sud-ovest di Potenza, con le Dolomiti Lucane (1100-1500m), il Monte Sirino (2005m,) il Monte Vulture (1326m) a nord.
Sono proprio le colline a ridosso di questi rilievi i territori più adatti alla coltivazione della vite, soprattutto ai piedi del Vulture, un antico vulcano spento.
Un’altra zona degna di nota è la Val d’Agri. La sua elevata altitudine (supera i 500 m) e le particolari condizioni climatiche creano delle condizioni di escursione termica giorno-notte ed estate-inverno che permettono di ottenere dei vini tipici e molto interessanti.
Il clima è influenzato dalla geografia della Basilicata e si distingue per una dualità molto tipica. Si divide infatti:
- Zone montane interne: con clima freddo e piovoso, con caratteristiche continentali
- Zone verso il mare, con un clima mediterraneo più mite.
I vitigni della Basilicata
- Superficie vitata della Basilicata: 4.000 ha di cui il 47% in montagna, 45% in collina, 8% in pianura.
- Produzione dei Vini Rossi e Rosati: 90% | Vini Bianchi 10%.
- Produzione di vino in Basilicata: 178.000 hl di cui vini DOP 42% vini IGP 30%, vini rossi e rosati 10%, vini bianchi 90%.
- Denominazioni di origine per il vino in Basilicata: 1 DOCG, 4 DOC, 1 IGT.
Le DOC regionali sono 4, una sola l’IGT. 8 denominazioni tra DOP e IGP, tra cui ricordiamo il Pane di Matera IGP.
Aglianico del Vulture
L’Aglianico del Vulture è il vitigno principale in Basilicata, con oltre il 60% della superficie vitata. Non a caso rappresenta i l 90% della produzione di Vini DOP e IGP.
L’Aglianico del Vulture è un antico vitigno rosso originario della Grecia. Il suo nome si riferisce infatti al termine greco Elleanico che però, durante il governo aragonese, subì delle variazioni di pronuncia fino ad arrivare alla versione odierna che conosciamo tutti quanti.
Viene coltivato principalmente nella zona del Vulture, in Basilicata.
L’Aglianico del Vulture è un vitigno dal grappolo piccolo, con acini di un intensissimo colore blu-nero, che predilige i terreni vulcanici di alta e media collina. Il vino che si ottiene dal vitigno Aglianico del Vulture è di colore Rosso rubino, intenso. Al palato è intenso, Fruttato, Speziato, tannico, di corpo.
Merlot, Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Montepulciano
Nella Val d’Agri e nella zona di Roccanova si coltivano Merlot e Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Montepulciano.
Primitivo e Bombino Nero
Nella zona di Matera il Primitivo rappresenta il vitigno principale, sempre affiancato da Merlot e Cabernet Sauvignon. Altri vitigni a bacca rossa presenti in regione sono l’Aleatico, il Bombino Nero.
I bianchi, anche se meno diffusi, comprendono la Malvasia Bianca, la Verdeca, il Bombino Bianco e lo Chardonnay.
Bombino Nero
Il Bombino Nero è un vitigno a bacca nera coltivato soprattutto in Puglia, dove per anni è stato noto per la sua grande vigoria e produttività.
Il Bombino nero viene utilizzato prevalentemente in assemblaggio con altre uve, insieme a Montepulciano e altri due importanti vitigni a bacca nera della Puglia, l’Uva di Troia e il Negro amaro.
E’ però utilizzato anche in altre zone del sud Italia, tra cui la vicina Basilicata e la Sardegna. I vini varietali basati sul Bombino Nero sono relativamente rari, ma stanno diventando nel tempo sempre più diffusi e pregiati; ne è un esempio il Castel del Monte Bombino nero DOCG.
Le uve di Bombino Nero sono tra le ultime a maturare nella loro zona di provenienza e gli acini, non raggiungendo quasi mai la maturazione ottimale, tendono ad avere alta acidità e bassi livelli di zucchero.
Questa sua particolarità lo sta rendendo particolarmente interessante, soprattutto per la produzione di vini leggeri. Viene spesso utilizzato in assemblaggio con altre uve allo scopo di potenziare il colore dei vini rosati della Lizzano e della Castel del Monte DOC.
Le uve di Bombino Nero cedono infatti molto rapidamente il loro colore al vino, prima dei tannini, permettendo di ottenere un vino rosato fresco, morbido e ben colorato.