Il Barolo è un rosso piemontese a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). Iniziò a riscuotere un crescente apprezzamento dalla metà del XIX secolo, avviando il suo percorso, che l’avrebbe presto portato alla conquista del mondo, dall’omonimo paese nelle Langhe, in Provincia di Cuneo.
Zone di produzione e vitigni del Barolo
La zona di origine delle uve (100% Nebbiolo) usate per la produzione del Barolo nel rispetto del suo rigido disciplinare, comprende oltre come ovvio al comune di Barolo, anche quelli di Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba e parte di alcuni altri territori dei comuni di Monforte d’Alba, Roddi, Diano d’Alba, La Morra, Cherasco, Verduno, Novello e Grinzane Cavour.
Questo vitigno a bacca nera, oltre che per il Barolo, è molto adatto per vini invecchiati di alta qualità, in genere. Pare che il suo nome derivi da “nebbia”, ma non è chiaro se per l’aspetto dell’acino “annebbiato”, oppure se deriva dal fatto che la sua maturazione tardiva porta spesso a vendemmiare in autunno, in un periodo che in quelle zone è caratterizzato dalla nebbia.
I vigneti usati per la produzione del Barolo devono rispondere a precisi requisiti, come essere coltivati su terreni argillosi o calcarei, di tipo collinare, escludendo quelli di fondovalle, umidi, o non sufficientemente soleggiati. L’altitudine ideale per le vigne di Nebbiolo è compresa tra 170 e 540 m s.l.m. con una densità di reimpianti non inferiore a 3500 ceppi/ha e una buona esposizione (da escludere quella a nord).
Da disciplinare è vietata ogni pratica di forzatura e tutte le operazioni di vinificazione, invecchiamento e imbottigliamento del Barolo devono essere effettuate esclusivamente nella zona DOCG.
Caratteristiche organolettiche del Barolo
Il Barolo è un vino che necessita di un invecchiamento di almeno 38 mesi, dei quali 18 da effettuarsi in botti di legno. Caratterizzato da un colore rosso granato con caldi riflessi aranciati, ha un profumo intenso e persistente, ricco di complesse note fruttate, floreali e anche speziate. Al palato è molto equilibrato tra le sue varie componenti ed è proprio questo equilibrio a renderlo un vino potente, elegante e dalla grande personalità, che vanta estimatori in tutto il mondo.
Tutti i territori in cui è possibile produrlo sono molto vicini tra loro, ma nonostante questo esistono delle differenze organolettiche significative che caratterizzano i vini provenienti dalle varie località, in particolare uno dei fattori che influisce molto sul prodotto finito è l’esposizione dei vigneti a sud, sud-est o sud-ovest, oltre naturalmente alla composizione del suolo, più o meno sabbioso o argilloso. Il risultato finale, in base alla zona, può portare a vini più morbidi e fruttati, oppure più strutturati.
Come gustare e abbinare al meglio il Barolo
I vini corposi e invecchiati, come il Barolo vanno serviti ad una temperatura tra i 18 e i 20 gradi, per esprimersi al loro meglio.
Il Barolo si presta ottimamente ad abbinamenti con piatti di carne rossa, come arrosti, brasati, cacciagione, ma anche formaggi a pasta dura stagionati. Come noto è ingrediente fondamentale del Brasato al Barolo, ricetta tipica della tradizione piemontese. Può essere anche classificato come un ottimo vino da meditazione.