Siamo tutti abituati a fare aperitivo, assaggiare nuovi drink e ad essere circondati dall’alcol senza sapere esattamente cosa stiamo bevendo. Mentre per il vino bisogna rispettare certe normative, per la birra ce ne sono altre. Chi se ne intende sa bene che quello degli alcolici è un mondo vasto e negli ultimi anni è sempre più in crescita l’interesse nei confronti del gin. In Europa è fondamentale rispettare il riferimento normativo in tema di gin, ovvero il regolamento europeo 110 del 2008 con delle modifiche effettuate solo dopo qualche mese, che includono dettagli sulla quantità di zucchero presente nel distillato.
Quando è stato fatto il regolamento, con il termine “dry” ci si riferiva solo al metodo London dry gin con una presenza massima di 0,1 grammi per litro di zuccheri. Successivamente la dicitura è stata approvata anche per i Distilled e i Gin Compound, per tutelare tutti i nuovi gin aromatizzati alla frutta. Per semplificare il tutto, possiamo dire che ad oggi il regolamento europeo fa distinzione tra 3 tipologie di gin: il London Dry Gin (come quello di Gin Adamus creato con metodo London dry), il Distilled Gin e il Gin (Compound Gin). Di seguito andiamo a vedere le differenze che contraddistinguono questi tre tipi di gin.
Metodo London dry gin
Il metodo London dry gin viene segnalato nelle bottiglie con la dicitura “Dry” e si tratta di un processo che consiste nella distillazione di un macerato con alambicchi tradizionali o in corrente di vapore di alcol etilico in presenza di ginepro. Ciò che si ottiene è un distillato che però non può superare i 70 gradi alcolici e non bisogna superare i 5 grammi ettolitro. Solitamente questo non è un problema, dato che si utilizza alcol già rettificato in colonna per l’infusione. Il prodotto finale deve avere un grado alcolico di 37.5, con un massimo di 57. La legge dice che non si possono aggiungere sostanze aromatiche, ma si può invece diluire l’alcol aromatico con l’alcol puro oppure semplicemente dell’acqua. Non è necessario utilizzare delle determinate piante per il metodo London dry gin e non c’è un numero definito da rispettare.
Gin distillato
Il gin distillato non è molto differente dal London dry gin, semplicemente non si possono aggiungere sostanze aromatiche alla fine della distillazione. Si possono però utilizzare prodotti macerati, sotto forma di alcolati che si ottengono con alambicchi rotavapor. In questo modo è possibile superare il “limite tecnico” che impedisce l’utilizzo dei fiori, anche perché basta una quantità minima di alcolati per aromatizzare il gin. Nascono così dei tipi di gin profumati e colorati, come il rosa che deriva dai lamponi e il verde del basilico. Grazie al processo di distillazione è possibile estrarre i colori delle sostanze naturali utilizzate per fare il gin, dato che le molecole della cromia non evaporano. Questi risultati non si possono ottenere con il classico metodo London dry gin: in base alle nostre preferenze sceglieremo il procedimento migliore.
Gin (Compound Gin)
La terza tipologia di gin, Compound Gin, si ottiene aromatizzando l’alcol puro, insieme ad alcolici prodotti da terzi. Ai tempi del proibizionismo veniva chiamato “Bathtub Gin” ed è conosciuto come “il gin della vasca da bagno”. Il procedimento per produrlo è abbastanza semplice, non c’è distillazione perché gli alcolati sono semplicemente mescolati tra loro e il composto viene ottenuto a freddo. Questa è la procedura basica, ma è possibile aggiungere macerati, fiori, piante aromatiche per rendere il gusto un po’ diverso.
Il Gin è l’alcolico che accontenta tutti
Ogni alcolico ha una preparazione differente che lo rende unico, basta pensare al Whisky Sour, cocktail che viene fatto con il borbon. Anche il gin viene utilizzato per realizzare delle varianti di cocktail molto diverse, il più famoso è sicuramente il classico Gin Tonic, che si può gustare freddo come aperitivo ma anche a cena o dopocena. Con il gin si possono creare bevande davvero speciali per accontentare anche chi cerca qualcosa di più ricercato, non troppo dolce, ma rinfrescante e dissetante. Prima di bere cocktail, valutiamo sempre se possiamo bere alcol oppure no, la sua assunzione è vietata o sconsigliata in alcune fase della vita o in presenza di determinate patologie.