Il mercato del lavoro è in continua e spesso rapida evoluzione e non sempre è facile capire quantità ed entità dei mutamenti, che sono potenzialmente in grado di stravolgerlo.
Oggi, rispetto al passato, anche recente, il mondo del lavoro è senza dubbio più complesso e per molti versi frammentario. Ci sono nuovi modi di intendere, vivere e approcciare al lavoro, in particolare in alcuni settori.
Il mercato del vino potrebbe per molti versi sembrare un settore che gode di buona salute e che ha saputo affrontare bene diverse crisi, come quella del Covid e del rincaro dei prezzi di materie prime ed energia, ma per i lavoratori del vino non sempre la strada è stata in discesa.
Se è vero che la clientela, in particolare se parliamo di quella più esigente ed alto spendente, non si nega delle buone bottiglie, è altrettanto vero che tutto il lavoro che ruota attorno all’universo vino, non sempre guarda con speranza verso il futuro.
Nel settore sono impiegati molti lavoratori definibili come saltuari, alcuni tra questi si sono trovati a fare i conti con interventi del legislatore che non sempre si sono dimostrati efficaci.
Pensiamo ad esempio a cos’è il decreto dignità, un testo nel quale sono confluite norme su giochi e scommesse, assieme ad altre relative al mondo del lavoro e in particolare ai contratti che lo regolano come voucher e contratti a termine.
Tra i vari obiettivi della legge quello di promuovere un’occupazione quanto più possibile definitiva e stabile, cosa che però non sempre è possibile, in tutti gli ambiti e che va detto in alcuni casi non è neppure necessariamente così desiderata dai lavoratori stessi. Il confine tra precarietà e flessibilità è labile.
Il decreto dignità è stato criticato da schieramenti di diversi colori politici e ad ogni modo gli interventi previsti dallo stesso vanno ad esaurirsi con la fine dell’attuale anno, si guarda quindi ormai con interesse, curiosità e un po’ di preoccupazione al dopo, ovvero al 2023, ormai alle porte.
Già si sa che per le prestazioni occasionali, nel 2023 torneranno i voucher, strumento a disposizione, ad esempio, delle aziende agricole.
La crisi e la fine del reddito di cittadinanza faranno riavvicinare i giovani al lavoro?
La crisi economica e la fine, o meglio il graduale e progressivo depotenziamento, del reddito di cittadinanza, faranno riavvicinare i giovani al lavoro, compreso quello manuale, quello duro, in cui ci si sporca concretamente le mani?
La crisi economica potrebbe diventare un’opportunità e aprire a nuovi approcci, portando diverse persone a reinventarsi e magari a riscoprire mestieri spesso troppo sottovalutati, se non del tutto dimenticati.
Il mondo del vino può dare e creare lavoro e il relativo benessere, ma bisognerà approcciarlo nel giusto modo, puntando a precise nicchie di mercato e non lasciando mai nulla al caso.
Verrà premiata la qualità
Di sicuro, come ci hanno insegnato recenti momenti di crisi e difficoltà, i prodotti di elevata qualità e di conseguenza chi lavora per realizzarli e commercializzarli, soffrirà meno o forse non soffrirà affatto.
Le chiavi per il successo e per mantenersi il lavoro o magari crearne di nuovi, sono da un lato la qualità, dall’altro la specializzazione.
Bisogna produrre e comunicare eccellenza. Altro elemento importante è poi la specializzazione. Per diventare un’eccellenza bisogna specializzarsi.
Meglio saper fare una cosa molto bene, che saperne fare decine in modo assolutamente mediocre.
Il mercato, o meglio il mondo, anche se si parla di lavoratori del vino, pare proprio vada in questa direzione.
Chi lavora bene ed è altamente specializzato non avrà particolari problemi nel continuare a lavorare o nel reinventarsi, operando comunque nel medesimo mercato, qualora si riveli necessario farlo.