Il raki si presenta come del tutto incolore, si tratta di un’acquavite di mais, patate, uva o prugne, che viene aromatizzata con anice e menta.
In Turchia, il suo paese di origine, viene anche chiamato “latte del leone”. Assieme al rinfrescante ayran (a base di yogurt) il raki è senza dubbio tra le più note e apprezzate bevande turche e da molti è considerato a pieno titolo la bevanda nazionale del paese, anche se c’è chi crede che in realtà sia nato in Iraq.
Ha una gradazione minima del 40% e un sapore paragonabile a quello dell’Ouzo greco, che secondo alcuni ne è una diretta derivazione. C’è chi lo paragona anche alle grappe greche o albanesi, ma in questo caso si parla di distillati di vinaccia, quindi di prodotti decisamente diversi per composizione e gusto.
Il raki turco affonda le sue radici in profondità nella storia e se ne trovano testimonianze già nel 1600, quando a Istanbul veniva visto come qualcosa di peccaminoso o addirittura tossico. Nel tempo la percezione è come ovvio molto cambiata e oggi nessuno si vergogno di apprezzare e bere il raki.
Le diverse varianti del distillato
Nella preparazione del raki si usano una notevole varietà di differenti materie prime, che danno origine di conseguenza a numerose varianti di questo celebre ed apprezzato distillato.
Anche l’Ouzo greco è, per molti versi, una variante di Raki. Un’altra versione greca che si ottiene con l’aggiunta di gomma viene chiamata invece mastika. C’è poi il cosiddetto raki Zahle, che viene prodotto invece in Libano.
Rimanendo in Turchia il raki può essere ottenuto dai residui delle uve usate per altre preparazioni e in questo caso si parla di düz Rraki o hay raki. Nei paesi slavi si prepara il duziko, ovvero un raki che viene aromatizzato all’anice. In tutto il Medio Oriente si consumano bevande derivate più o meno direttamente dal raki, che prendono in alcuni casi altri nomi (simili), come araka, araki e ariki.
In Iran si consuma una bevanda simile al raki, che si ricava distillando varie uve e datteri, si chiama arak. Nell’India orientale con lo stesso nome (arak) ci si riferisce invece ad un distillato ottenuto dalle canne da zucchero e in Malesia, l’arak è invece un distillato della palma da cocco.
Come degustare al meglio il raki
In Turchia, patria di questi distillato, lo si degusta in genere diluito con acqua e con l’aggiunta di alcuni cubetti di ghiaccio. C’è senza dubbio chi preferisce berlo liscio, ma in genere la sua diluizione in acqua è pratica molto comune.
Il raki in bottiglia si presenta come del tutto incolore, ma se viene mescolato con l’acqua diventa piuttosto lattiginoso. Viene in genere accompagnato ad antipasti freddi, meglio se decisamente sapidi. Non è affatto raro comunque, soprattutto in Turchia, berlo anche a tutto pasto. In Albania si tende a berlo liscio o a usarlo per correggere il caffè, dopo un pasto particolarmente abbondante. Si tratta insomma di una bevanda versatile, che si adatta a diverse modalità di consumo, in base a preferenze personali e tradizioni locali.